«La pace tra mafia e legge si reggeva su un equilibrio molle, precario. Un accordo che sopravviveva sulla semplice necessità di un guadagno reciproco».
Alisa è bellissima e spietata, Buba è calcolatore e agisce sempre a sangue freddo. Entrambi sono dei sicari, collaborano insieme da quando si sono incontrati e si sono scelti: dopo lunghe e massacranti sessioni di allenamento fisico e mentale, i loro sono dei lavori precisi, quasi chirurgici.
Fore morra di Diego Di Dio, edito da Fanucci (nella collana Timecrime), ci porta nel loro mondo, nel momento in cui vengono assoldati per un’uccisione che si rivela più complicata del previsto e che li catapulta in una ragnatela che vuole imprigionarli senza un apparente motivo. È Alisa la protagonista di questo romanzo, è lei che deve essere catturata, viva. E in un continuo alternarsi di passato e presente, in una pozza di sangue sempre fresca, il lettore compone i pezzi della sua esistenza. Nata e cresciuta tra la criminalità delle strade di Napoli, venduta dal padre ancora adolescente, è stata costretta presto a fare i conti con la brutalità della vita che le ha mostrato sempre la sua faccia più crudele. Tra intrighi impossibili e carneficine, la scena finale riporterà a galla un passato che si credeva dimenticato.
Diego Di Dio con una scrittura asciutta e realistica ha partorito un romanzo violento, ma, allo stesso tempo, appassionante che si addentra non solo tra gli anfratti loschi di Napoli e della camorra, ma anche negli angoli più bui della mente umana capace di ordire piani atroci pur di placare la propria sete di vendetta. Il racconto, è evidente, segue un filone prolifico cominciato con Gomorra ma riesce in qualche modo ad allontanarsene senza risultare una copia; Diego Di Dio ha, infatti, preferito nel suo Fore morra favorire un altro punto di vista. La scenografia comprende Napoli e il suo hinterland, ma le descrizioni dei luoghi sono solo un contorno delle vicende che tendono sempre a virare verso una visione più introspettiva delle azioni in sé.
«La Domiziana è una donna che viene stuprata ogni giorno, dieci volte al giorno, da vent’anni a questa parte. Una terra senza Stato a cui è stato sottratto tutto».
Una velata critica alla società e alla sua corruzione lascia spazio all’animo umano che diventa il vero protagonista di questo thriller sanguinolento che riesce ad appassionare anche il lettore più impressionabile, lettore che viene risucchiato in una vorticosa trama dove è l’odio a muovere tutto, più della criminalità.